Triathlon, infortuni e scommesse: intervista con Nadezhda Pavlova

I veri atleti non si arrendono mai. Nemmeno quando tutto sembra andare per il verso sbagliaro. Nemmeno dopo un infortunio. Questo è ciò che impari dopo una chiacchierata con uno dei nostri ambassador più determinati, la triatleta Nadezhda Pavlova. Oh, e un’altra cosa: non chiamatela mai “fighetta”, oppure ve ne pentirete! Ecco cosa ci ha raccontato Nadezhda - sempre determinata a spingere più in là i propri limiti, esattamente come noi di NRC - durante un’intervista esclusiva.

Cosa ti ha spinto a diventare una triatleta?
È successo per caso, per via di un infortunio alla schiena. Dodici anni fa il dottore mi ha detto di scordarmi di correre per il resto della mia vita, perché mi ero infortunata alla spina dorsale andando in snowboard. Ma io ho sempre adorato correre: partecipavo alle competizioni a scuole e all’università e non potevo immaginare la mia vita senza. Non ho voluto credere al dottore, così ho cominciato a irrobustire i muscoli della mia schiena, ho nuotato tantissimo, e sono arrivata a finire un Ironman, dove non corri soltanto una maratona, ma lo fai dopo aver nuotato per 3,8 km e dopo 180 km in bicicletta. La prima volta in cui ho assistito a una competizione di triathlon è stato per caso, nel 2014, sull’isola di Mallorca. Mi ero svegliata da poco, avevo finito la mia corsa mattutina ed ero andata in spiaggia. Lì ho assistito alla transizione tra acqua e terra e ho visto quanto erano felici i partecipanti che uscivano dall’acqua e cominciavano a correre. Il passo successivo è stato comprarmi una bici in fibra di carbonio e il resto dell’equipaggiamento e trovarmi un allenatore. “Guarda, Vlad, mi sono comprata una muta!”. E il mio allenatore ha cominciato a prepararmi per il mio primo mezzo Ironman. Mi ha subito conquistata - c’è qualcosa di incredibile nel combinare tutti e tre gli sport: nuoto, bici e corsa. Da allora, ho preso parte a numerose gare di triathlon in tutto il mondo, incluso il Campionato mondiale in Australia e il Full Ironman.

Nadezhda Pavlova triathlon

Come ti alleni quotidianamente?
Mi alleno sei giorni a settimana. Durante la mia preparazione per gli Ironman, faccio 10-12 ore di allenamento settimanali, con un giorno di riposo. Ogni giorno mi alleno con uno sport diverso (il bello del triathlon è che non ti annoi mai!): nuoto, vado in bici e faccio i combinati, come bici-corsa o nuoto-bici. E, ovviamente, mi concentro su dieta e concentrazione.

Appena prima di una gara modifichi la tua routine?
Sì, il punto di svolta è un paio di settimane prima della gara, a seconda della distanza su cui devi competere. Durante questo periodo mantengo la stessa intensità, ma riduco la durata. E, ovviamente, una settimana prima ci do dentro con i carboidrati.

Cosa ti spinge ad affrontare sfide eccezionali come l’Ironman?
È cominciato tutto tre anni fa in ottobre, durante l’Ironman 70.3 in Turchia. Un mio amico ha affermato che sarebbe stato in grado di battermi, perché non ero abbastanza veloce e perché mi riteneva “una fighetta come tutte le ragazze che conosceva”. Ho deciso di prenderlo a calci nel culo senza pietà! L’idea della sfida consisteva nello scoprire chi sarebbe stato il primo a brindare con dello Champagne al traguardo, dopo 3,8 km di nuoto, 180 km di bici e una maratona intera (42 km di corsa). La scommessa prevedeva che se uno di noi si fosse infortunato durante l’allenamento, sarebbe stato considerato un perdente. L’unica eccezione consisteva nella gravidanza. Ognuno di noi ha scritto giù il desiderio che l’altro avrebbe dovuto esaudire in caso di vittoria e abbiamo messo i bigliettini in una busta che è stata consegnata a un altro amico. Sapevo bene che Nikita era un avversario temibile, un ciclista robusto con una pedalata potente. Anche le sue doti di corridore erano notevoli e aveva compiuto enormi progressi durante l’annata. Ma questi suoi progressi e queste sue doti mi hanno fornito la motivazione per allenarmi ancora più duramente del solito. Tre settimane prima del giorno X, mi sono fatta male a una gamba dopo i Mondiali in Australia. Non riuscivo a correre, ma volevo comunque onorare la scommessa come possibile. Pensavo al mio desiderio e questo mi ha spinto ancora più in là e mi ha reso ancora più veloce di quanto credessi possibile. Il tempo totale è stato di nove ore e tre quarti. In più, mi sono classificata seconda nel mio gruppo per età, e sono stata scelta per partecipare ai Mondiali del 2017 a Kona, nelle Hawaii. Per cui non ho perso, ma purtroppo non ho potuto realizzare il mio desiderio di visitare il Polo Nord, per cui il mio amico mi ha semplicemente dato dei soldi.

Nadezhda Pavlova NRC

Qual è stato il momento più difficile nella tua carriera di atleta?
Quando mi stavo allenando per l’Ironman e mi sono rotta un osso del piede. Tutto l’allenamento dei mesi precedenti è andato sprecato e non ho potuto partecipare alla corsa. Ma ho nuotato molto e con buoni risultati. L’anno dopo sono arrivata seconda all’Ironman Barcellona e mi sono qualificata per l’Ironman Kona alle Hawaii. Ogni atleta affronta degli infortuni durante la propria carriera, ma l’importante è farsene una ragione e tornare più forte di prima.

Qual è la caratteristica più importante negli occhiali da sole che usi in gara?
Devono avere dei fori anti-appannamento per mantenere limpida la visione quando salti in sella alla bici dopo la sessione di nuoto, essere leggeri e comodi perché durante una maratona ogni grammo conta, essere ben aderenti per non scivolare quando la strada si fa sconnessa e avere una lente ampia. Ah sì, e anche il look ovviamente conta!

I tuoi occhiali NRC preferiti?
Li amo tutti! I P-RIDE.HOCO (compra ora) - quelli con il WOW Effect - hanno un design fighissimo! Tutti mi chiedono dove li abbia comprati.