Fango, polvere e… occhiali da sole: intervista a Gioele Bertolini

Gioele Bertolini, professionista della mountain bike e del ciclocross classe 1995, è uno dei più promettenti atleti italiani nelle sue discipline, oltre che uno dei nostri ciclisti di punta, con cui stiamo collaborando a un nuovo progetto, per ora ancora top secret (tranquilli, ne saprete di più a breve!).

Di recente Gioele ha subito un infortunio di gara, ma nonostante questo non si è scoraggiato: abituato, come noi di NRC, ad affrontare le sfide a testa alta, già dopo poche settimane si è del tutto ripreso e ha ricominciato ad allenarsi a pieno regime. Ci ha parlato di questo e di molto altro ancora in un’intervista esclusiva.

Ciao Gioele, com’è andata con l’infortunio?

È successo durante una gara internazionale in Belgio. Prima della partenza ha cominciato a piovere e c’era molto fango. Mi sono ritrovato in questo breve tratto di discesa molto ripida in cui mi sono attaccato ai freni, ma non c’è stato niente da fare: ho preso velocità e sono finito fuori da una curva, contro delle assi. La caduta in sé non è stata terribile, ma mi sono rotto un bel po’ di ossa: clavicola, scapola, tre costole, più alcune microfratture a una mano.

Però ti sei ripreso in fretta…

Sì, sto bene. Il momento più traumatico è stato il primo mese, non tanto per i dolori - quasi non ne avevo - ma perché dovevo stare molto fermo per far saldare bene la scapola.

Gioele Bertolini (foto: @jonnymoledesign)

Per quanto hai interrotto gli allenamenti?

Sono un tipo testardo, per cui dopo poco mi sono rimesso sul rullo. In totale sarò stato fermo dieci-quindici giorni, ma non ho avuto fretta di ricominciare a pieno regime.

In condizioni normali come ti alleni quotidianamente?

Mi alleno giorno per giorno, valutando come il mio corpo ha assorbito il carico del giorno precedente. Di solito mi alleno sei giorni su sette, in media due ore e mezza al giorno. Metà settimana faccio mountain bike e ciclocross, l’altra metà ciclismo su strada per sciogliere un po’ il carico. Non sono tante le giornate solo di mountain bike, perché a livello fisico sono molto impegnative.

Prima di una gara come ti prepari?

Se sono competizioni distanti da casa la preparazione cambia molto, perché ti porti dietro solo la mountain bike. E cambia anche il carico: affaticarti troppo prima della gara in sé non ha senso. A quel punto fai allenamenti più brevi, ma specifici.

Come ha fatto la bici a diventare la tua professione?

È nato tutto per gioco. Mia mamma non ha mai amato il calcio, per cui quando ero bambino mi ha fatto provare altri sport. Con il ciclismo è stato amore a prima vista. A sei anni e mezzo ho partecipato alla gara del mio paese e da lì non ho più smesso. A dodici anni, poi, ho esordito in ciclocross.

I preferiti di Gioele

Mi piacciono molto i P-RIDE. Adoro l’estetica, ma apprezzo anche il fatto che abbiano una lente grande per proteggere gli occhi durante le gare e che permettano di avere una visuale molto ampia.

Qual è la competizione che preferisci o a cui sei più affezionato?

Nel ciclocross direi Valkenburg, in Olanda, perché ho vinto per due volte consecutive la prima prova di Coppa del Mondo e ho ottenuto il mio posizionamento migliore in una competizione internazionale, ovvero il sesto posto a un Mondiale.

Qual è il momento di una gara che preferisci?

Durante la gara, quando riesci a ragionare e capisci in che modo puoi fare la differenza rispetto all’avversario.

Che altri sport pratichi oltre al ciclismo?

Mi piace l’equitazione, a casa ho un cavallo. E poi la moto da trial.

Pensi che questi sport alternativi ti aiutino nel ciclismo?

Sono convinto che tutti gli sport possano darti qualcosa in più che ti sia d’aiuto. Di cosa si tratti, va valutato e capito caso per caso. Ma più sport pratichi, più sei completo nella tua preparazione.

Cosa ti aspetti dai tuoi occhiali da sole durante una gara?

Gli occhiali da sole sono molto importanti, non parto mai senza. Ti proteggono dal sole, ma anche dai sassi, dai rami o dai moscerini: nella mountain bike e nel ciclocross affronti terreni accidentati e puoi trovare di tutto. Nelle gare con molto fango preferisco degli occhiali con la lente più grande, perché ti proteggono meglio.

Hai un trucco o un suggerimento su come gestire gli occhiali in gara, dato che nelle tue discipline devono affrontare vari stress, come fango, polvere e colpi?

Nelle gare fangose, una cosa che faccio è portarmi dietro due paia di occhiali, così quando sono ai box ne lancio un paio e mi metto gli altri per averli puliti. Se le condizioni sono estreme, è una cosa che puoi fare anche a tutti i giri.

Gioele Bertolini (foto: @jonnymoledesign)